Nel mondo delle lingue, spesso si tende a confondere il ruolo del traduttore con quello dell’interprete. Sebbene entrambe le figure si occupino di trasmettere un messaggio da una lingua a un’altra, le competenze richieste, le modalità di lavoro e le sfide che affrontano sono profondamente diverse.
1. La differenza fondamentale: scritto vs. orale
La distinzione più importante tra traduzione e interpretariato riguarda il canale di comunicazione:
- Il traduttore lavora con testi scritti. Si occupa di tradurre documenti, libri, articoli, siti web, contratti e qualsiasi altro tipo di testo. Nello specifico, i miei “cavalli di battaglia” sono l’alta moda, il calcio, il turismo e la manualistica. Lo so: “ma che c’azzeccano tra di loro?” -penserai-, ma sono i campi che nel tempo sono diventati a me più cari, soprattutto per inclinazione personale.
- L’interprete lavora con la lingua parlata. Traduce oralmente discorsi, conferenze, riunioni, negoziazioni e interviste in tempo reale. Con l’interpretariato ho una relazione di amore e odio: lo odio perché mi dà troppa adrenalina e lo amo perché mi dà troppa adrenalina 🙂
2. Il tempo a disposizione
- Il traduttore può prendersi il tempo necessario per analizzare il testo, ricercare terminologia, rivedere e perfezionare il suo lavoro prima di consegnarlo. Può anche utilizzare strumenti di traduzione assistita per garantire coerenza terminologica. Aggiungerei anche che può lavorare in pigiama.
- L’interprete non ha questo lusso: deve comprendere e tradurre il messaggio all’istante, senza possibilità di correzione. La rapidità mentale e la capacità di prendere decisioni immediate sono essenziali.
3. Le competenze richieste
Anche se entrambi i professionisti devono avere una padronanza eccellente delle lingue di lavoro, le competenze specifiche sono diverse:
- Il traduttore deve avere un’elevata capacità di scrittura e una conoscenza approfondita delle regole grammaticali e stilistiche. Deve essere in grado di adattare il testo al contesto culturale del pubblico target e, spesso, deve anche possedere competenze specialistiche (legali, mediche, tecniche, ecc.).
- L’interprete deve avere ottime capacità di ascolto, memoria e concentrazione. Deve essere in grado di gestire lo stress, rimanere neutrale e trasmettere il messaggio nel tono e nello stile dell’oratore.
4. I tipi di interpretariato e traduzione
Entrambe le professioni hanno diverse specializzazioni:
Per la traduzione:
- Traduzione letteraria
- Traduzione tecnica
- Traduzione legale
- Traduzione medica
- Traduzione audiovisiva
Per l’interpretariato:
- Interpretariato simultaneo (in conferenze, con cuffie e microfono)
- Interpretariato consecutivo (l’interprete prende appunti e poi traduce)
- Interpretariato di trattativa (in incontri d’affari o negoziazioni)
- Chuchotage (sussurrato all’orecchio del destinatario)
Quindi chi è meglio?
Dipende. Come avrai capito si tratta di competenze estremamente differenti, ecco perché quando si tratta di affidarsi a una figura professionale la cosa migliore che tu possa fare è capire bene quale sia il tuo obiettivo. Al resto ci penso io!